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Testimonianza di Michela codipendente anonima
Testimonianza di Michela codipendente anonima
Spesso mi sono posta queste domande: “Cos’è la codipendenza?”- “Sono codipendente?”
Avendo iniziato un lungo percorso di recupero da alcol, sono approdata alla consapevolezza della necessità di affrontare il problema della dipendenza affettiva nella mia vita, mettendo a frutto il patrimonio di esperienza spirituale di Codipendenti Anonimi.
Mi e’ cosi’ capitato frequentemente di rendermi conto che dietro alla mia dipendenza da alcol c’è la dipendenza emotiva: questo mi induce a considerare la codipendenza come “la radice” della mia dipendenza, una specie di dipendenza generale, di fondo, ma per questo motivo anche una dipendenza “generica”, epidemica. Quindi ho iniziato un percorso di recupero nell`associazione Codipendenti Anonimi (CoDA), frequentata da altri codipendenti come me, quindi che vivono anch`essi l’incapacità di mantenere relazioni sane e funzionali con se stessi e con gli altri e che hanno il desiderio di avere relazioni sane e amorevoli.
Mi sono resa conto, infatti, che le mie relazioni deleterie sono per me una dipendenza esattamente come l’alcol, …perché in esse ripropongo in modo ossessivo gli stessi comportamenti auto-distruttivi.
La codipendenza è una malattia di cui ho fatto l`esperienza di danneggiarmi l’anima, colpendo tutte le relazioni, a partire da quella con me stessa, con la mia famiglia, con gli amici e parenti; è un malessere debilitante che, se non lo “fronteggio”, danneggia anche il lavoro, la salute e la spiritualita`. E’ un male che, se non viene curato, mi fa diventare ancora più distruttiva nei confronti di me stessa e degli altri.
Molte volte la codipendenza e’ arrivata ad uno stadio tale da costringermi a chiedere aiuto. Sono arrivata la prima volta in CoDA su suggerimento di un`amica alcolista in recupero, ma altri vengono perché consigliati dal loro medico o terapeuta, ma in moltissimi casi la spinta è una relazione sentimentale fallimentare, come ad esempio una separazione.
Alcune domande di esempi da rispondere affermativamente sulla mia codipendenza:
Vivo andando da un estremo all’altro invece che in uno stato di equilibrio?
Quali sofferenze hanno causato i miei comportamenti a me, al mio compagno, e agli amici?
Le mie relazioni languiscono, si deteriorano o si stanno distruggendo a causa dei miei comportamenti codipendenti?
Devo rendermi necessaria allo scopo di avere relazioni con gli altri?
Ho bisogno dell`approvazione altrui sul mio modo di pensare e sui miei comportamenti?
Vado d`accordo con gli altri per essere di loro gradimento?
Sono specializzata nel fare congetture sui sentimenti degli altri?
Offro spontaneamente consigli e direttive, senza che mi venga richiesto?
Mi ritengo colpevole dei sentimenti e dei comportamenti altrui?
Giudico severamente tutto cio’ che penso, dico o faccio, come qualcosa di mai abbastanza ben fatto?
Sono perfezionista?
Le risposte che ho dato a questo brevissimo esame di coscienza mi portano ad ammettere “sono una codipendente e ho bisogno di aiuto”, e vuol dire che ho iniziato a trovare la traccia del recupero. Tutto inizia con un’onesta ammissione e autodiagnosi.
In genere i modi di vivere autodistruttivi rientrano in due categorie generali:
SOTTOMISSIONE – rendermi gradita agli altri
CONTROLLO- manipolare gli altri
La codipendenza è un problema sfuggente e devastante che richiede soluzioni semplici e mirate e ho raggiunto la convinzione che esse possano essere trovate nel Programma di CoDA che consiste nei seguenti STRUMENTI: l’Associazione Nazionale(CoDA), le riunioni, la sponsorizzazione, la letteratura specifica, le Conferenze(dell’Associazione Nazionale), le conventions, il Servizio, i 12 Passi e le 12 Tradizioni e i 12 Concetti.
Con le riunioni, attraverso le testimonianze della nostra esperienza, forza e speranza, cerco di interrompere i comportamenti compulsivi e autodistruttivi, abbandonando il vittimismo e assumendomi le mie responsabilità.
I Passi sostengono l’energia e la disposizione al recupero personale: divento sempre più ben disposta a lavorare su di essi al meglio delle mie capacità e cerco di essere il più possibile onesta. I tentativi di attuare i Passi a metà lasciano spesso una sensazione di sconfitta e i cambiamenti che si ottengono in questi casi spesso non durano a lungo.
Se tento di fare i Passi da sola rischio di mantenere viva la tendenza all’autoisolamento, che è un tipico atteggiamento codipendente.
Con il procedere del recupero, ho compreso di aver bisogno dell’aiuto amorevole di quelli che hanno già iniziato questo cammino prima di me, gli Sponsor, i quali mi offrono intuizioni, incoraggiamento e sostegno; essi mi aiutano a comprendere che questi Passi non possono essere fatti velocemente o in modo definitivo: non sono una scorciatoia. Attraverso i Passi cresco, stabilisco una scala di priorità fra i diversi rapporti e ricevo una guida per vivere in modo salutare e affettivamente ricco.
Posso, grazie alla loro semplicità (dei Passi), scoprire chi sono veramente e che cosa posso fare per vivere relazioni sane e affettuose: essi mi aiutano a vedere in che modo le mie esperienze passate di abuso e di abbandono hanno strutturato e rafforzato i miei comportamenti e modi di vivere codipendenti. Cresco in umiltà riconoscendo i miei punti deboli e i miei difetti di carattere, come anche le mie abilità, le mie doti e i miei successi. Imparo a prendermi cura di me stessa e successivamente ad amarmi. Comprendo che ciò che raggiungo con l’esperienza del Programma, mi fa bene impegnarmi a trasmetterlo a coloro che ancora soffrono per la codipendenza.
Il mio viaggio nel Programma potrebbe rivelarsi l’opera più difficile che ho affrontato, ma la ricompensa che ne ricevo in termini di progressi e serenita’ è incommensurabile; col tempo, poi, il Programma entra a far parte integrante della mia vita quotidiana in quanto questi principi li applico in tutti i campi dell`esistenza.
Michela codipendente anonima
Avendo iniziato un lungo percorso di recupero da alcol, sono approdata alla consapevolezza della necessità di affrontare il problema della dipendenza affettiva nella mia vita, mettendo a frutto il patrimonio di esperienza spirituale di Codipendenti Anonimi.
Mi e’ cosi’ capitato frequentemente di rendermi conto che dietro alla mia dipendenza da alcol c’è la dipendenza emotiva: questo mi induce a considerare la codipendenza come “la radice” della mia dipendenza, una specie di dipendenza generale, di fondo, ma per questo motivo anche una dipendenza “generica”, epidemica. Quindi ho iniziato un percorso di recupero nell`associazione Codipendenti Anonimi (CoDA), frequentata da altri codipendenti come me, quindi che vivono anch`essi l’incapacità di mantenere relazioni sane e funzionali con se stessi e con gli altri e che hanno il desiderio di avere relazioni sane e amorevoli.
Mi sono resa conto, infatti, che le mie relazioni deleterie sono per me una dipendenza esattamente come l’alcol, …perché in esse ripropongo in modo ossessivo gli stessi comportamenti auto-distruttivi.
La codipendenza è una malattia di cui ho fatto l`esperienza di danneggiarmi l’anima, colpendo tutte le relazioni, a partire da quella con me stessa, con la mia famiglia, con gli amici e parenti; è un malessere debilitante che, se non lo “fronteggio”, danneggia anche il lavoro, la salute e la spiritualita`. E’ un male che, se non viene curato, mi fa diventare ancora più distruttiva nei confronti di me stessa e degli altri.
Molte volte la codipendenza e’ arrivata ad uno stadio tale da costringermi a chiedere aiuto. Sono arrivata la prima volta in CoDA su suggerimento di un`amica alcolista in recupero, ma altri vengono perché consigliati dal loro medico o terapeuta, ma in moltissimi casi la spinta è una relazione sentimentale fallimentare, come ad esempio una separazione.
Alcune domande di esempi da rispondere affermativamente sulla mia codipendenza:
Vivo andando da un estremo all’altro invece che in uno stato di equilibrio?
Quali sofferenze hanno causato i miei comportamenti a me, al mio compagno, e agli amici?
Le mie relazioni languiscono, si deteriorano o si stanno distruggendo a causa dei miei comportamenti codipendenti?
Devo rendermi necessaria allo scopo di avere relazioni con gli altri?
Ho bisogno dell`approvazione altrui sul mio modo di pensare e sui miei comportamenti?
Vado d`accordo con gli altri per essere di loro gradimento?
Sono specializzata nel fare congetture sui sentimenti degli altri?
Offro spontaneamente consigli e direttive, senza che mi venga richiesto?
Mi ritengo colpevole dei sentimenti e dei comportamenti altrui?
Giudico severamente tutto cio’ che penso, dico o faccio, come qualcosa di mai abbastanza ben fatto?
Sono perfezionista?
Le risposte che ho dato a questo brevissimo esame di coscienza mi portano ad ammettere “sono una codipendente e ho bisogno di aiuto”, e vuol dire che ho iniziato a trovare la traccia del recupero. Tutto inizia con un’onesta ammissione e autodiagnosi.
In genere i modi di vivere autodistruttivi rientrano in due categorie generali:
SOTTOMISSIONE – rendermi gradita agli altri
CONTROLLO- manipolare gli altri
La codipendenza è un problema sfuggente e devastante che richiede soluzioni semplici e mirate e ho raggiunto la convinzione che esse possano essere trovate nel Programma di CoDA che consiste nei seguenti STRUMENTI: l’Associazione Nazionale(CoDA), le riunioni, la sponsorizzazione, la letteratura specifica, le Conferenze(dell’Associazione Nazionale), le conventions, il Servizio, i 12 Passi e le 12 Tradizioni e i 12 Concetti.
Con le riunioni, attraverso le testimonianze della nostra esperienza, forza e speranza, cerco di interrompere i comportamenti compulsivi e autodistruttivi, abbandonando il vittimismo e assumendomi le mie responsabilità.
I Passi sostengono l’energia e la disposizione al recupero personale: divento sempre più ben disposta a lavorare su di essi al meglio delle mie capacità e cerco di essere il più possibile onesta. I tentativi di attuare i Passi a metà lasciano spesso una sensazione di sconfitta e i cambiamenti che si ottengono in questi casi spesso non durano a lungo.
Se tento di fare i Passi da sola rischio di mantenere viva la tendenza all’autoisolamento, che è un tipico atteggiamento codipendente.
Con il procedere del recupero, ho compreso di aver bisogno dell’aiuto amorevole di quelli che hanno già iniziato questo cammino prima di me, gli Sponsor, i quali mi offrono intuizioni, incoraggiamento e sostegno; essi mi aiutano a comprendere che questi Passi non possono essere fatti velocemente o in modo definitivo: non sono una scorciatoia. Attraverso i Passi cresco, stabilisco una scala di priorità fra i diversi rapporti e ricevo una guida per vivere in modo salutare e affettivamente ricco.
Posso, grazie alla loro semplicità (dei Passi), scoprire chi sono veramente e che cosa posso fare per vivere relazioni sane e affettuose: essi mi aiutano a vedere in che modo le mie esperienze passate di abuso e di abbandono hanno strutturato e rafforzato i miei comportamenti e modi di vivere codipendenti. Cresco in umiltà riconoscendo i miei punti deboli e i miei difetti di carattere, come anche le mie abilità, le mie doti e i miei successi. Imparo a prendermi cura di me stessa e successivamente ad amarmi. Comprendo che ciò che raggiungo con l’esperienza del Programma, mi fa bene impegnarmi a trasmetterlo a coloro che ancora soffrono per la codipendenza.
Il mio viaggio nel Programma potrebbe rivelarsi l’opera più difficile che ho affrontato, ma la ricompensa che ne ricevo in termini di progressi e serenita’ è incommensurabile; col tempo, poi, il Programma entra a far parte integrante della mia vita quotidiana in quanto questi principi li applico in tutti i campi dell`esistenza.
Michela codipendente anonima
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Sab Gen 17, 2009 6:02 pm Da Admin
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Sab Nov 01, 2008 3:06 pm Da Admin
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Mar Ago 26, 2008 9:12 am Da Admin
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Mar Ago 26, 2008 9:08 am Da Admin